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       La
      programmazione delle attività amministrative della Città, non può non
      partire da un’analisi di ciò che negli ultimi anni è stato realizzato,
      avviato e progettato.
      
       
      Questo
      non al fine di valutare ciò che è stato fatto ma, semplicemente, per
      tenere conto di quanto realizzato per completare, migliorare ed utilizzare
      al meglio ciò che di positivo è stato fatto, recuperare, correggere e
      rendere accettabile anche quanto non consono alle nostre idee e
      aspettative.
      
       
      Nel
      corso di questa analisi abbiamo valutato molte questioni, la costituzione
      di società miste, le scelte urbanistiche, la pesca, il turismo, la
      disoccupazione, lo sport, i rapporti con le altre istituzioni, comunque
      assumeremo le nostre posizioni con spirito costruttivo e democratico.
      
       
      Va
      da  sé
      che ormai determinate soluzioni sono acclarate sia a destra che a
      sinistra.
      
       
      La
      costituzione di società miste, con particolare attenzione alla gestione
      delle strutture da realizzare (Porto Turistico), rappresenta una garanzia
      di efficienza finanziaria delle strutture stesse.
      
       
      Difficilmente
      infatti sarebbe reclutabile capitale privato in attività che nascono
      tendenzialmente fallimentari.
      
      E riteniamo anche sacrosanto che in tali combinazioni pubblico e privato
      la 
      
      quota di maggioranza venga detenuta da quest'ultimo, riservando al primo
      un ruolo di controllo e garanzia oltre che di recupero di risorse da
      rendere disponibili per 1a comunità. 
      Bisogna
      quindi abbandonare una visione ”Keynesiana” dell'intervento pubblico
      come volano di un'economia virtuale, fine a se stessa, e non in grado di
      produrre effettiva ricchezza.
      
       
      Oggi
      dobbiamo comprendere che anche le scelte di natura urbanistica devono
      tendere a produrre economia, e pertanto bisogna saper imprimere una
      strategia di sviluppo nel principale strumento urbanistico (PRG), senza
      cadere nella tentazione di ridurlo ad un ennesimo, piano di fabbricazione.
      
       
      Crediamo
      oramai ineludibile per la Citta' decidere cosa “fare da grande”. 
      
      Antonio
      Vallebona
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