LEONIDA TONELLI

Dimenticato dalla toponomastica gallipolina ed ignorato dagli stessi Gallipolini è Leonida Tonelli, notissimo matematico di valore mondiale, nato a Gallipoli il 19.4.1885 a motivo dell'impiego paterno presso l'ufficio doganale. Discepolo di Pincherle, di Arzelà e di Donati, si laureò a Bologna nel 1907 con una tesi sui polinomi di approssimazione, pubblicata subito negli annali di matematica.

Divenne subito assistente di Pincherle per l'algebra e la geometria analitica, tenendo lezioni di Analisi infinitesimale e di analisi superiore.Vincitore del concorso di Analisi infinitesimale per l'Università di Parma assunse la cattedra di Analisi algebrica presso l'Università di Cagliari. Tornò a Parma nel 1917 come ordinario di meccanica razionale e allo scoppio della prima guerra mondiale combattè sul fronte macedone prima e sul fronte dello Stelvio poi, conquistandosi la croce al merito, due encomi, una medaglia di bronzo al merito di guerra e due promozioni sul campo, raggiungendo il grado di tenente colonnello di complemento.

Nel 1922 assunse la cattedra di Analisi superiore dell'Università di Bologna, dove prese il posto del suo maestro, prof. Pincherle, subito dopo il suo abbandono, alla cattedra di analisi infinitesimale.Conseguì il premio reale per la matematica dell'anno 1925 dall'Accademia dei Lincei. Teorizzò un metodo diretto del calcolo delle variazioni, presentato la prima volta ad un congresso scientifico a Toronto nel 1924 e tradotto in inglese ed in francese.

Nel 1930 venne chiamato all'Università di Pisa dove assunse la cattedra di Analisi infinitesimale e l'incarico all'insegnamento di Analisi superiore, nonostante la sua adesione al manifesto Croce e grazie all'iniziativa di Giovanni Gentile, allora regio Commissario della Scuola Normale superiore.

Dopo l'8 Settembre 1943 accettò l'incarico di direttore della Scuola che, a sorpresa e a sua insaputa, il Ministro della costituita Repubblica Sociale Italiana gli aveva conferito. Fu in contatto con le bande partigiane dei monti Pisani e consentì che presso la sua villa si costituisse un deposito di armi e vi avessero luogo riunioni clandestine. Salvò con coraggio da ogni distruzione la Scuola e soprattutto la preziosissima biblioteca.

Dopo la guerra assunse la carica di Vice Sindaco di Pisa e presidente dell'ECA sia pure per breve tempo.Ritornato all'insegnamento ed agli studi morì poco dopo, il 12.3.1946 all'età di 61 anni.

Fu autore di numerosissimi testi scientifici (176 pubblicazioni) ed anche di libri scolastici tra i quali si ricordano i testi per le scuole secondarie pubblicati a partire dal 1941 e "Aritmetica e Algebra" per i Licei.Tra i telegrammi e lettere pervenuti a Pisa alla morte dell'illustre scienziato non figurò alcun cenno di partecipazione al lutto da parte della sua città natale che lo ignorò nonostante del suo nome fossero piene le pagine di tutti i quotidiani italiani.

Personaggi Illustri di Gallipoli
 
 
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