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Il confine invalicabile è una rete divelta all’altezza del lido Zeus a Baia Verde. È lì che extracomunitari nord africani - una trentina - per lo più ghanesi hanno trovato casa. Ci sono sdraio, tende, ombrelloni; un rifugio organizzato alla meno peggio all’interno della boscaglia gallipolina a pochi passi dal mare. Al di là della strada le spiagge bianche di Baia Verde e le acque cristalline dello Ionio dove turisti e vacanzieri cercano refrigerio dal calore dell’estate. La banda di nordafricani vive lì. Lo sanno tutti, gestori degli stabilimenti balneari e residenti. Hanno scelto la boscaglia di Baia Verde quale buen retiro dalle fatiche quotidiane. Già, le fatiche. Si dice che il loro “lavoro” sia quello di rubare (oltre che «spacciare») - soldi, borse - a turisti e non che frequentano le spiagge. Fanno incursioni sulla battigia o nei bar dei lidi e con molta tranquillità agiscono. Portano via tre-quattro borse alla volta e poi scappano, velocissimi, travolgendo tutto ciò che trovano davanti a loro. È capitato con donne e bambini. Scappano fino a raggiungere la boscaglia per rifugiarsi, sicuri che nessuno avrà il coraggio di seguirli. Alle 10 del mattino Baia Verde si è appena svegliata. La giornata è nuvolosa, non c’è ancora tantissima gente in spiaggia. Ai bordi della strada, lato mare, ci sono già ombrelloni e bancarelle sistemate per vendere occhiali, fasce per i capelli, qualche salvagente. Gli extracomunitari sono organizzati a gruppetti. Sono in tre o quattro per una sola “bancarella”, attendono che qualche cliente si avvicini. Ma senza affannarsi troppo. Forse non è da lì che recuperano soldi. Passano le ore e loro sono sempre lì, hanno tutti cellulari in mano. Qualcuno un po’ più spavaldo guarda con sospetto i movimenti della gente che gli passa vicino. Un altro gruppetto è seduto sulle dune alle spalle di uno dei primi lidi di Baia Verde. Hanno zaini in spalla, bottiglie di acqua e té. Aspettano. Nessuno ha l’aria di voler attraversare la spiaggia per vendere alcun tipo di merce...(Continua)
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