News: Primo giorno di scuola per il nuovo governo cittadino. Si terrà infatti domani alle nove, nell’aula consiliare di Palazzo Balsamo, il primo consiglio comunale presieduto dal sindaco Giuseppe Venneri. Sarà in quell’occasione, che il primo cittadino farà il suo giuramento, mentre verranno eletti il presidente e il vicepresidente del Consiglio, saranno convalidati gli eletti e comunicati al consiglio i nomi della nuova giunta. Tra i punti all’ordine del giorno anche l’ elezione dei componenti della Commissione Elettorale Comunale e la presentazione degli indirizzi generali di governo.
Intanto il nuovo consiglio parte già con qualche piccola scossa di terremoto, magari di assestamento, sta di fatto che si profila già qualche defezione. Stiamo parlando della minoranza che vede la fuoriuscita, del consigliere Giancarlo Padovano, eletto nella lista del Pd. Padovano, che tra l’altro presiederà come presidente il primo consiglio comunale, in quanto consigliere anziano, e che nella scorsa amministrazione Barba faceva parte della maggioranza, parla di scelta sofferta, ma ben ponderata e valutata nel tempo. Le motivazioni? Sarebbero da attribuirsi alla continua diffidenza che Padovano, pur avendo raccolto 420 voti personali, avrebbe dovuto subire durante quest’ultima competizione elettorale.
“Purtroppo”, dice Padovano, “nemmeno questo è servito per far superare le tante congetture, le molteplici insofferenze che mi hanno accompagnato nella mia permanenza nel Pd: per questo ho deciso di abbandonare una casa nella quale mi sono sentito, da parte dei più, sopportato e tollerato, ignorando a tutt’oggi i motivi di tale ostracismo. Da oggi, dunque, faccio parte del Gruppo Misto, dal quale avrò modo ed opportunità di valutare di volta in volta gli atti dell’Amministrazione, senza veti preconcetti ed ideologici, esprimendo invece una posizione costruttiva nell’interesse esclusivo della mia Gallipoli ed anche in ossequio al generoso voto popolare attribuito alla mia persona”.
E mentre Padovano prende le distanze dal Pd il candidato sindaco non eletto nel Pd, Gino Schirosi decide, il giorno prima del consiglio comunale, di dire la ‘sua’ verità sull’apparentamento con l’Udc. “Clamoroso l’annuncio: ‘Il PD sconfessa l’accordo con l’UDC!’, dice Schirosi, “mi sembrava di stare tra le nuvole, in preda ad un sogno o vittima di allucinazioni. Ma nessuno per la verità ha mai sconfessato l’operato del candidato sindaco Gino Schirosi, autore responsabile dell’apparentamento”. Schirosi parla della diatriba apertasi a causa del secondo consigliere comunale scattato per l’Udc e ‘negato’ al Pd. Fatto questo che ha portato il candidato rimasto fuori, Paolo Piccolo, peraltro anche segretario cittadino del Pd, ha produrre ricorso al Tar. “L’apparentamento”, spiega Schirosi, “ o meglio il collegamento, come recita la legge, effettivamente c’è stato. E come c’è stato! Benedetto e sacrosanto. Inappellabile, a prova di testimonianze! Caldeggiato, raccomandato, consigliato, ‘perorato’ da alcuni (la stragrande maggioranza del direttivo con i vertici del PD locale e provinciale, Sergio Blasi in testa), indesiderato o sgradito da altri (qualche esponente del PSI), ma aspramente contestato e osteggiato da altri (tutta l’area dell’estrema sinistra). Non v’è nessuno che possa smentire ufficialmente. Alle ore 14 del 20 aprile, presso il Circolo Pd in via Gramsci, si formalizzava con l’Udc, l’apparentamento siglato dal sottoscritto, da De Marini e due suoi rappresentati, mentre, all’esterno, stazionava una folla di testimoni particolarmente ansiosi ed entusiasti. Autenticava le firme in qualità di consigliere provinciale l’avv. Flavio Fasano, presente tra gli altri insieme con lo stesso Paolo Piccolo”. Stigmatizza, già sul principio, l’operato del sindaco Venneri, la consigliera del Pd Antonella Greco ; parla di una squadra già vista e si dice amareggiata nel vedere che a farne parte c’è una sola donna.